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fra il primo suono della sirena di allarme e la prima   soglia pista 35R, senza interessare la pista attiva quindi,
            scarica di ignifugo sul luogo dell’incidente).     mentre l'autista di uno dei mezzi antincendio scampati
            Ed è stato proprio nel pieno di questa attività addestrativa   all’impatto ha dichiarato di aver acquisito direttamente
            – coincidente con gli ultimi cinque minuti che     dal loro supervisore (lui, così come i suoi colleghi sugli
            precedevano il consueto cambio turno tra gli operatori   altri due mezzi) una sorta di pre-autorizzazione ad
            della torre di controllo – che il controllore addetto alla   occupare la pista per tutti e 3 i minuti della prova –
            gestione dei movimenti al suolo (Ground – GND) aveva   cosa già accaduta nella prova antincendio precedente
            autorizzato il volo LPE 2311 a muoversi dal parcheggio   e che, nelle loro erronee convinzioni, l’ATC avrebbe
            per raggiungere il punto attesa della pista 16L e, infine,   consentito a prescindere dalla presenza o meno di
            a contattare il controllore incaricato della gestione della   traffico aeroportuale.
            pista (il controllore Tower – TWR).                La causa di questo incidente risiede quindi nella
            Alle ore 15:10:40, completati tutti i passaggi appena   diversa consapevolezza degli attori: da una parte gli
            descritti, il controllore TWR, da poco entrato in servizio,   autisti dei mezzi al suolo erano convinti di poter entrare
            aveva autorizzato l’A320neo al decollo.            in pista senza dover chiedere ulteriori autorizzazioni
            Ángel Torres e Nicolás Santa Gadea si trovavano a bordo   (d’altra parte stavano misurando il tempo necessario
            del mezzo antincendio “Rescue R3” – il primo di un   per garantire i soccorsi, ritenevano di non poter essere
            gruppo di tre – quando l’aereo, ormai prossimo alla V1 (la   fermati), dall’altra il personale della torre si aspettava
            velocità oltre la quale non è più possibile interrompere   invece che l’ingresso in pista sarebbe stato soggetto ad
            il decollo), li colpì con l'ala destra causando il collasso   una ulteriore autorizzazione che gli autisti avrebbero
            del carrello di atterraggio principale destro e il distacco   chiesto approssimandosi alla pista come previsto, del
            del motore destro.                                 resto, dalle procedure standard. Autorizzazione che
            Ad aggravare la situazione, la perdita di carburante e   sarebbe stata rilasciata dopo il decollo del volo LAT 2311.
            l’incendio innescato dal ripetuto sfregamento dell’ala   Se le incursioni di pista (o Runway Incursions che dir si
            con la superficie della pista.                     voglia) sono tra le minacce più persistenti alla sicurezza
            La  vita  degli  occupanti  del  “Rescue  3”  non  è   aerea  –  non  a  caso  collocate  dall’Organizzazione
            cambiata negli undici secondi che li hanno separati   per  l’aviazione  civile  internazionale  (ICAO) fra le
            dall’accelerazione  per  l’involo  del  LAT  2311  fino   cinque categorie di eventi con il più elevato rischio   15
            all’impatto con l’ala destra, ma qualche minuto prima.  aeronautico – il motivo è che tendenzialmente vengono
            Infatti, nel lasso di tempo intercorso fra l’autorizzazione   innescate e generate da una complessa combinazione
            rilasciata all’aereo a muoversi dal parcheggio e quella   di fattori.
            per il decollo, nessuno era riuscito a garantire in modo   Nel caso del LAT 2311 l’investigazione condotta dalla
            inequivocabile  ai  controllori  smontanti, e  a  quelli   CIAA (Comision de Investigation de Accidentes de
            montanti, il percorso previsto per i veicoli antincendio   Aviacion de Perù) ha confermato come l’incapacità
            durante l’esercitazione.                           del gestore aeroportuale e dell'ANSP di coordinare e
            Al supervisore della torre di controllo era stato lasciato   pianificare l’esercitazione in modo appropriato, magari
            intendere che il convoglio dei veicoli avrebbe svoltato   verificando cosa non aveva funzionato bene nella prima
            sulla via di rullaggio parallela per poi procedere fino alla   esercitazione, unita all'accettazione da parte dell'ANSP
                                                               di condurre esercitazioni su aree aeroportuali non
                                                               ancora ufficialmente consegnate al controllo dell'ANSP
                                                               stesso, rientrano in quella catena di eventi che una
                                                               migliore cooperazione basata su procedure aeroportuali
                                                               condivise avrebbe potuto interrompere.
                                                               Lo stesso Global Action Plan for the Prevention of
                                                               Runway Incursion (GAPPRI) appena rilasciato, alla
                                                               raccomandazione ADR23 rivolta ai gestori aeroportuali,
                                                               invita ad elaborare procedure che impongano agli autisti
                                                               dei veicoli di chiedere alla torre di controllo esplicita
                                                               autorizzazione ogni volta che devono entrare in pista a
                                                               prescindere se la pista sia in uso o meno.
                                                               L’applicazione di questo semplice principio, operante
                                                               da tempo su tutti gli aeroporti italiani, avrebbe evitato
                                                               a  Enrique  Varsi-Rospigliosi  lo  scatto  di  un  selfie
                                                               sicuramente d’effetto ma anche profondamente triste.



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