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stinazione ed abbiamo scoperto di essere stati con la fortuna di poter ammirare dall’alto fiumi ca-
scambiati per dei rappresentanti delle Nazioni richi di terra rossa snodarsi nella fitta vegetazione.
Unite! Vista la carenza di alberghi, all’ultimo minuto ab-
In Rwanda ho ritrovato tutto quello che in fondo biamo trovato alloggio presso una casa coloniale,
sapevo di trovare, ma che forse non ricordavo così sulle sponde del lago Kivu (chiamato “il lago
bene: il verde, l’umidità, le strade pessime, la gen- esplosivo” per i suoi gas disciolti che potrebbe-
te spensierata e gentile, le colline, connessioni ro sfogarsi improvvisamente). La casa
Wi-Fi instabili e tempi “rilassati”. Per quest’ultimo fortunatamente era blindata dalle zanzariere e
aspetto in particolare, il primo giorno è sempre metteva a disposizione delle biciclette tipiche, che
problematico, visto che si arriva in Africa con an- abbiamo utilizzato per raggiungere l’aeroporto di
cora addosso l’adrenalina e i ritmi dettati dalle Kamembe (pochi chilometri resi faticosi dai mez-
città italiane e quindi ci vuole un minimo di adat- zi impiegati).
tamento e decompressione prima di entrare nel Nel locale aeroporto abbiamo installato e attiva-
mood “pole pole” (con calma, in Swahili). to un sistema TBT su 3 frequenze, abbinato ad
Dopo il primo giorno “perso” tra richieste di pass, una consolle touch screen per i controllori ed un
meeting e convenevoli, siamo entrati nel vivo del- server di registratore dotato di software di ulti-
la nostra missione, così, con un aereo ad elica, ma generazione; il tutto su tecnologia VOIP, ovvero
come nelle pubblicità dei migliori amari italiani, ab- comunicazioni digitali gestite con protocolli di rete
biamo raggiunto Kamembe al confine con il Congo, per aumentare la qualità delle comunicazioni, l’af-
fidabilità e la semplicità installativa/manutentiva.
Risultato dell’installazione: “Five by Five” nelle co-
municazioni TBT con velivoli a 60 miglia nautiche
e sorrisi generosi sui volti dei controllori locali, abi-
tuati fino a quel momento a parlare con gli aerei
usando sistemi “portabili”. Praticamente il con-
tatto radio veniva stabilito con l’aereo soltanto
poche miglia prima dell’atterraggio.
A Kigali abbiamo installato e “settato” un sistema
radiomobile ed eseguito training e test in pista con
il personale della RCAA.
Attualmente le attività di progetto possono
considerarsi concluse. Nei prossimi mesi forni-
remo alla RCAA una nuova antenna per il
ripetitore di Kigali, in sostituzione della prima, per
un funzionamento ottimale sulla frequenza ae-
roportuale, requisito cambiato all’ultimo istante nel
corso delle installazioni, in perfetto stile locale.
Lesson learned: per quanto un posto possa es-
sere remoto, mai andarsene dicendo “...e qui chi
ci torna più!”.
Arrivederci Rwanda. n
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maggio 2016