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IMPARARE DALL’ATTIVITÀ
OPERATIVA QUOTIDIANA
PER RINFORZARE LE
PERFORMANCE DI SAFETY
di Maurizio Salvestrini responsabile Safety
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in dagli albori della safety, l’attività di chi, a vario titolo, è coinvolto con il Safety Management
System (SMS), è indirizzata in larga misura verso l’analisi di qualcosa che è andato storto. Recenti
Fstime hanno dimostrato come, e non solo per motivi legati alla compliance con i regolamenti, circa
il 90% dell’effort dei dipartimenti di Safety degli ANSPs è speso nell’analisi, o nella prevenzione, di un
effetto indesiderato.
Concentrarsi solo sulle “occurrencies”, tuttavia, non è sufficiente per avere il quadro complessivo di
come vanno le cose. Se consideriamo che gli “eventi di safety” sono solo una piccolissima parte della
complessiva realtà operativa, è facile rendersi conto che stiamo focalizzando l’attenzione solo sulla
punta dell’iceberg tralasciando tutto il sommerso… Nessuna organizzazione può essere compresa
appieno concentrandosi solo su “quello che va storto”, ma è necessario sviluppare anche metodologie
che permettano l’analisi di quanto è sotteso da “quello che va bene”, o di cui abbiamo la percezione che
stia andando bene.
Fermarsi quindi ad osservare da vicino l’attività operativa quotidiana, soprattutto se aiutati da un punto
di vista “terzo”, può rilevarsi una fonte di apprendimento incredibile sul livello delle nostre performances
e permetterci di identificare azioni di rafforzamento che probabilmente non sarebbero mai emerse
dall’analisi delle singole “occurrencies”, semplicemente perché non correlate ad alcun evento di safety.
In letteratura i vantaggi che derivano dall’aprire questa prospettiva sono molteplici. Proviamo a
riassumerne qualcuno:
L’analisi dell’attività quotidiana ci permette di analizzare il sistema nel suo insieme. Con questa prospettiva
Mensile del Gruppo ENAV