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Nelle  circa  140  interviste  raccolte  tra  Consiglieri,
            Amministratori  Delegati,  Presidenti  ed  Opinion  lea-
            der, è sostanzialmente riconosciuto il cambiamento
            introdotto  dalla  legge  Golfo-Mosca,  che  ha  scardi-
            nato  meccanismi  consolidati  di  nomine  consiliari
            ma al tempo stesso, come commentato da Barbara
            Falcomer Direttrice Generale di “Valore D”:  “ L’a-
            spettativa – non necessariamente corretta – che le consi-
            gliere donne portassero nei CdA il tema della diversity e
            del gender gap è stata prevalentemente disattesa... L’impe-
            gno sul gender gap e in generale sulla strategia di diversity è
            stato sporadico e individuale. Per questo stiamo lavorando
            da qualche tempo per preparare donne e uomini, alleati
            irrinunciabili, sulla strategicità per le aziende di occuparsi   Governance) a dare la spinta decisiva affinché le imprese si
            di diversity & inclusion come fattore critico di crescita e   occupino della parità di genere come tema strategico”
            sostenibilità del business”.                       E in casa nostra cosa succede?
            Sempre dalla ricerca apprendiamo come non sempre   Anche prima della quotazione e come società pubbli-
            sia presente la consapevolezza che le politiche sul   ca, ENAV ha da sempre dato applicazione alle previ-
            capitale umano sono parte integrante della stra-   sioni della Legge Golfo-Mosca. Ed infatti, negli organi
            tegia aziendale e un fattore critico di successo. La   di  governo  societario,  tanto  di  ENAV  che  delle  altre
            motivazione  dei  poco  frequenti  interventi  da  parte   società  del  Gruppo,  la  rappresentanza  di  genere  è
            dei  Board  è  principalmente  legata  alla  convinzione   conforme a quanto previsto.
            diffusa che la parità di genere sia un tema operativo,   Diversi  i  valori  che  troviamo,  invece,  se  scendiamo
            gestionale, di cui si occupa l’Amministratore Delegato   nell’analisi  a  dirigenti  e  quadri.  A  fronte  di  una  po-
            insieme al direttore HR.                           polazione  aziendale  che  si  compone  in  generale  di
            “Pertanto, spiega Simona Cuomo, nonostante esistano   un circa 20% di donne e di un 80 % di uomini, con
            all’interno dell’attività del Consiglio diversi luoghi e stru-  una prevalenza però di genere femminile tra i ranghi   13
            menti per poter stimolare il dibattito, in questi dieci anni di   amministrativi, la presenza femminile tra i dirigenti
            applicazione della legge il tema non sembra essere entrato   supera di poco il 6% e si avvicina al 15% per i quadri
            a pieno nell’agenda dei CdA. Di conseguenza, non sembra   (dati fonte HR).
            essersi creata quella cinghia di trasmissione tra CdA e or-  Elementi  storici,  fattori  endogeni  ed  esogeni  sono
            ganizzazione che avrebbe potuto promuovere con più forza   posti alla base di questa condizione, oggi certamente
            la parità di genere a tutti i livelli organizzativi. Secondo   non più sostenibile: e i primi ad accorgersene sono
            le persone intervistate, sarà soprattutto la pressione degli   proprio i colleghi di HR e quelli di Sustainability,
            investitori istituzionali sui temi ESG (Environment, Social   che nella interlocuzione con il nostro Comitato Pari
                                                               Opportunità (CPO) e con altri stakeholder aziendali
                                                               dovranno essere i primi attori del reale cambiamento,
                                                               incidendo sulla sostenibilità della governance.
                                                               Alcune iniziative sono già state messe in campo, tanto
                                                               a livello di Board che di organizzazione, come ripor-
                                                               tato nella policy in materia di diversity & inclusion
                                                               o nelle azioni positive previste in tema ESG dal piano
                                                               di sostenibilità. Molto altro ancora, però, è certamen-
                                                               te possibile e necessario fare per misurare la nostra
                                                               azienda sui temi della gender equality e della diver-
                                                               sity e per darsi sfidanti e concreti obbiettivi, che con-
                                                               sentano al Gruppo di essere leader di buone prassi
                                                               anche sotto questo profilo.
                                                               Negli anni abbiamo visto la nostra azienda evolvere
                                                               e crescere, è giunto il momento che temi come quelli
                                                               della diversità e dell’inclusione vengano elevati ai pri-
                                                               mi posti dell’agenda dei prossimi anni.





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